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La classificazione delle attività economiche si desume dai codici attività. La scelta del codice di attività, da indicare in atti e dichiarazioni da presentare all’Agenzia delle Entrate, e in qualsiasi altro adempimento ove richiesto, è effettuata dal contribuente, in relazione all’oggetto dell’attività il cui inizio, variazione o cessazione si denuncia all’Amministrazione Finanziaria.
Con Provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle Entrate del 16 novembre 2007 è stata introdotta la nuova tabella di classificazione delle attività economiche - ATECO 2007 - che a partire dal 1° gennaio 2008 viene utilizzata dai contribuenti negli atti e nelle dichiarazioni da presentare all'Agenzia delle Entrate.
La tabella ATECO 2007 è stata adottata dall’Agenzia delle Entrate in sostituzione della tabella ATECOFIN 2004 che è rimasta in vigore fino al 31 dicembre 2007. E' fornita anche una tabella di raccordo tra i codici delle due diverse classificazioni.
Tecnicamente la nuova classificazione si articola in cinque livelli, comprendenti, rispettivamente,le voci identificate da un codice:
alfabetico (sezioni);
numerico a due cifre (divisioni);
numerico a tre cifre (gruppi);
numerico a quattro cifre (classi);
numerico a cinque cifre (categorie);
numerico a sei cifre (sotto categorie).
La struttura di classificazione è ad “albero” e parte dal livello 1 (distinto in 21 sezioni), fino a giungere al livello massimo di dettaglio, punto 6, comprendente 1.226 sotto categorie. La struttura gerarchica serve per guidare la scelta del contribuente che, per approssimazioni successive, partendo dalle sezioni arriverà a classificarsi nella specifica sotto categoria che meglio descrive la sua attività.
La classificazione è standardizzata a livello europeo fino alla quarta cifra, mentre le categorie e le sotto categorie (rispettivamente livello 5 e 6) possono differire tra i singoli Paesi per meglio cogliere le specificità nazionali.
Una delle conseguenze pratiche della scelta di un codice attività è la classificazione che ai fini fiscali deriva alla propria attività esercitata:
norme specifiche possono determinare regimi speciali per singoli attività
il codice attività clasdsifica l'impresa ai fini del controllo con vari strumenti, quali studi di settore e altri
Attività multiple
E’ frequente trovarsi difronte a casi in cui considerevoli porzioni delle attività di un’unità ricadono in più categorie ATECO; ciò accade quando c’è integrazione verticale delle attività (per esempio raccolta del grano con annessa macinazione e produzione di pane) oppure integrazione orizzontale delle attività (per esempio produzione di prodotti in legno con utensili in plastica) o da qualsiasi altra combinazione di attività all’interno di un’unità statistica. Nel caso in cui un’unità svolge attività che ricade solamente in due posizioni ATECO, una delle attività inciderà sempre per oltre il 50% del valore aggiunto, tranne il caso eccezionale in cui ambedue le attività producano egualmente il 50%. L’attività che rappresenta più del 50% del valore aggiunto sarà considerata quella principale e determinerà la classificazione dell’unità. Nel caso complesso in cui un’unità svolge più attività classificate in più di due posizioni ATECO, e nessuna delle attività incide per oltre il 50% del valore aggiunto, la classificazione per attività dell’unità dovrà essere stabilita secondo il cosiddetto metodo top-down. Tale metodo segue il principio gerarchico per cui la classificazione di un’unità al livello più basso della classificazione deve essere coerente con la classificazione dell’unità al livello più alto della struttura. Il processo da seguire è così sintetizzabile:
identificare la sezione con la percentuale di valore aggiunto più alta;
identificare, all’interno della sezione, la divisione con la percentuale di valore aggiunto più alta;
identificare, all’interno della divisione, il gruppo con la percentuale di valore aggiunto più alta;
identificare, all’interno del gruppo, la classe con la percentuale di valore aggiunto più alta.